#5 – Prendere un volo a caso

Viviamo in un’epoca dove organizzazione e progettazione non sono più virtù, bensì necessità. E’ contro questo sistema di Vita che il concetto di prendere un volo a caso, (senza sapere se ci porterà al caldo o al freddo, al mare o in montagna) è di per se’ destabilizzante ed eccitante al tempo stesso. Quindi “prendere un volo a caso” significa letteralmente: recarsi in aeroporto senza valigia (o per lo meno con la quasi certezza di aver al suo interno il minimo indispensabile SBAGLIATO) e salire su un volo intercontinentale acquistato da un amico che non ce ne ha assolutamente comunicato la destinazione. E’ importante che non si vada in posti già visitati o in luoghi per i quali si è manifestato in precedenza empatia o desiderio di visitarli. Il volo deve essere preferibilmente intercontinentale, senza scali e deve essere acquistato da una persona che ti conosce bene e che sappia mantenere il segreto sulla destinazione. Il volo di ritorno deve essere prenotato con partenza da una città diversa posizionata a minimo 1.000 chilometri di distanza dall’aeroporto d’arrivo.

Nell’era delle tecnologia e della “conoscenza-di-tutto-grazie-ad-un-click” siamo abituati a sapere già cosa incontreremo durante il nostro viaggio prima ancora che esso inizi. E questa possibilità è un’arma a doppio taglio: se da un lato ci permette di prepararci ad imprevisti (attrezzandoci con vaccini, sacchi a pelo o creme protettive), dall’altro ci priva completamente della possibilità di sorprenderci e di dire “Wow, non me l’aspettavo.” Gli imprevisti sono il ricordo che ci porteremo a casa da ogni nostro viaggio, gli imprevisti sono il nostro racconto migliore. Per questo viaggiare senza conoscere la meta ci aiuterà ad immergerci in una serie meravigliosa di imprevisti. Solo imprevisti. Dato che, non sapendo dove stavamo andando, non abbiamo potuto prevedere nulla.

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