#105 – Pellegrinaggio Haji alla Mecca

Ogni Musulmano è obbligato dall’Islam a partecipare almeno una volta nella Vita al Haji: un pellegrinaggio massivo alla Mecca (realizzato durante l’ultima mese lunare del calendario islamico) composto da 10 riti obbligatori. La giurisprudenza islamica permette, a chi ne sia impedito fisicamente ma ne abbia la possibilità economica, di delegare qualcun altro all’assolvimento dell’obbligo religioso, i cui vantaggi spirituali saranno lucrati da chi abbia provveduto al pagamento del viaggio e assolutamente NON da chi si sia recato per conto del proprio mandatario. È anche possibile lasciare appositi fondi in eredità perché il rito sia compiuto in nome e a vantaggio del defunto. I riti che compongono il hajj sono:

  1. Manifestazione della sentita intenzione di adempiere al rito legale che si sta per compiere.
  2. Assunzione dell’iḥrām, (stato di “purità maggiore”), conseguibile con un lavaggio completo del corpo.
  3. Sette giri in senso antiorario intorno alla Kaʿba. Preghiera islamica davanti al sacro edificio e davanti alla formazione rocciosa Maqām Ibrāhīm, percorrere avanti e indietro per sette volte il percorso da Safa e Marwa.
  4. Spostamento dalla Mecca in direzione di Mina, a Sud della Città Santa. La notte viene trascorsa dal pellegrino qui o nella pianura di ʿArafāt (all’aperto).
  5. Stazionare nella collina di Arafāt fino al richiamo del ifāda, al quale tutti insieme si devono muovere rapidissimi verso Muzdalifa, dove sono adempiute le preghiere del tramonto e della sera.
  6. Giorno del sacrificio a Mina. In questa occasione una vittima animale viva viene immolata ad Allah per poi distribuirne ai vicini le carni consumandone una parte.
  7. Lancio di 7 sassolini, raccolti tra Mina e Muzdalifa, contro una delle 3 steli che rappresentano il diavolo. Il rito commemora un episodio in cui il Diavolo fu cacciato a pietrate da Abramo perché tentava il profeta a non obbedire all’ordine divino di immolare il figlio.
  8. Rasatura completa della capigliatura e fine dello stato di purità rituale.
  9. Ritorno alla Mecca per un  saluto finale alla Kaʿba.
  10. “Giorni della gioia” con scambi di visite e pasti conviviali. In tali giorni è vietato digiunare. Il rito della lapidazione può essere reiterato più volte, fino al lancio massimo di 70 pietruzze.

Ogni anno oltre 2 milioni di fedeli partecipano al Hajj  e si può partecipare solo se viene concesso il permesso dalle Autorità Saudite. I Pellegrinaggi realizzati nel corso degli altri mesi vengono definiti “minori” e si differenziano dal ḥajj per la loro minor durata e per i loro più semplici passaggi liturgici. Particolare è l’abbigliamento del pellegrino, che si raccomanda usi solo due pezze di stoffa non cucite di color bianco, una per cingersi i fianchi e l’altra per coprire il tronco e la spalla sinistra, ma lasciando libero il braccio destro. Le donne sono invece del tutto coperte. Chiunque abbia adempiuto all’obbligo del ḥajj acquista un merito particolare e una ottima nomea agli occhi dei correligionari. Ha diritto talora a indossare un copricapo particolare che ricordi l’assolvimento dell’obbligo ed è insignito del titolo onorifico di Ḥājjī (pellegrino del ḥajj).

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