
Ogni Musulmano è obbligato dall’Islam a partecipare almeno una volta nella Vita al Haji: un pellegrinaggio massivo alla Mecca (realizzato durante l’ultima mese lunare del calendario islamico) composto da 10 riti obbligatori. La giurisprudenza islamica permette, a chi ne sia impedito fisicamente ma ne abbia la possibilità economica, di delegare qualcun altro all’assolvimento dell’obbligo religioso, i cui vantaggi spirituali saranno lucrati da chi abbia provveduto al pagamento del viaggio e assolutamente NON da chi si sia recato per conto del proprio mandatario. È anche possibile lasciare appositi fondi in eredità perché il rito sia compiuto in nome e a vantaggio del defunto. I riti che compongono il hajj sono:
- Manifestazione della sentita intenzione di adempiere al rito legale che si sta per compiere.
- Assunzione dell’iḥrām, (stato di “purità maggiore”), conseguibile con un lavaggio completo del corpo.
- Sette giri in senso antiorario intorno alla Kaʿba. Preghiera islamica davanti al sacro edificio e davanti alla formazione rocciosa Maqām Ibrāhīm, percorrere avanti e indietro per sette volte il percorso da Safa e Marwa.
- Spostamento dalla Mecca in direzione di Mina, a Sud della Città Santa. La notte viene trascorsa dal pellegrino qui o nella pianura di ʿArafāt (all’aperto).
- Stazionare nella collina di Arafāt fino al richiamo del ifāda, al quale tutti insieme si devono muovere rapidissimi verso Muzdalifa, dove sono adempiute le preghiere del tramonto e della sera.
- Giorno del sacrificio a Mina. In questa occasione una vittima animale viva viene immolata ad Allah per poi distribuirne ai vicini le carni consumandone una parte.
- Lancio di 7 sassolini, raccolti tra Mina e Muzdalifa, contro una delle 3 steli che rappresentano il diavolo. Il rito commemora un episodio in cui il Diavolo fu cacciato a pietrate da Abramo perché tentava il profeta a non obbedire all’ordine divino di immolare il figlio.
- Rasatura completa della capigliatura e fine dello stato di purità rituale.
- Ritorno alla Mecca per un saluto finale alla Kaʿba.
- “Giorni della gioia” con scambi di visite e pasti conviviali. In tali giorni è vietato digiunare. Il rito della lapidazione può essere reiterato più volte, fino al lancio massimo di 70 pietruzze.
Ogni anno oltre 2 milioni di fedeli partecipano al Hajj e si può partecipare solo se viene concesso il permesso dalle Autorità Saudite. I Pellegrinaggi realizzati nel corso degli altri mesi vengono definiti “minori” e si differenziano dal ḥajj per la loro minor durata e per i loro più semplici passaggi liturgici. Particolare è l’abbigliamento del pellegrino, che si raccomanda usi solo due pezze di stoffa non cucite di color bianco, una per cingersi i fianchi e l’altra per coprire il tronco e la spalla sinistra, ma lasciando libero il braccio destro. Le donne sono invece del tutto coperte. Chiunque abbia adempiuto all’obbligo del ḥajj acquista un merito particolare e una ottima nomea agli occhi dei correligionari. Ha diritto talora a indossare un copricapo particolare che ricordi l’assolvimento dell’obbligo ed è insignito del titolo onorifico di Ḥājjī (pellegrino del ḥajj).