Ritengo i miei amici sacri, degni di tutto me stesso e sono sempre pronto a rinunciare alle mie “priorità sociali” per dedicarmi a loro. Soprattutto quando uno di loro ha bisogno di me. E’ il 28 Novembre 2013, ho pochi soldi e poco lavoro. Lucignolo, programma di Italia Uno, mi contatta proponendomi di fare dei servizi per loro. Il programma non mi piace. Non mi è mai piaciuto. Da tre anni dico NO a qualunque proposta televisiva, ma questa volta ho necessità economica e accetto a due condizioni: 1 – Tanti soldi 2 – Faccio quello che voglio. Accettano. Accetto anch’io. Gli propongo dunque il progetto “Esperienze da fare prima di morire“, gli fornisco una lista di cose che ho voglia di fare, a modo mio e con chi voglio io. Annuiscono felici. E mi dicono dove andare a fare il primo servizio: Amsterdam, alla 28esima edizione della Cannabis Cup. Mi comprano il biglietto aereo, albergo, 250 euro di “Judge Pass”, rimborsi pasto e mi dicono di andare con un amico come operatore. Così parto con Miki, ma quando metto piede ad Amsterdam mi accorgo che io non avevo mai scritto, tra le esperienze da fare prima di morire, di voler visitare la Cannabis Cup di Amsterdam. Al ritorno da Amsterdam la redazione di Lucignolo non apprezza il video che gli ho consegnato e decide di non mettere in onda il servizio, annullando ogni genere di collaborazione futura. Mi ritrovo, nuovamente, con pochi soldi e senza lavoro, ma con un ricordo e con un’esperienza in più. Sono felice.
Fanculo Lucignolo.
Guardo indietro nel tempo e penso da quanti anni il progetto “Esperienze da fare prima di morire” sia rimasto lì, in un file dimenticato nel computer, come se la Vita fosse un progetto di serie B, da tirare fuori dopo aver sistemato il lavoro, il mutuo, la rata della macchina, l’assicurazione sulla Vita e la liquidazione, con la quale ci potremo godere una serena pensione al bar sotto casa. E’ arrivato il momento. Già, credo sia arrivato il momento di fare ordine delle esperienze fatte, scrivere nel dettaglio le cose da fare e cominciare a dedicarsi semplicemente a Vivere. E da qui prende vita il progetto Vivagip. Grazie Miki, ti voglio bene anch’io.